A spasso per la città di Asti ad inizio 1900

La caserma dei bersaglieri accolse il Principe Umberto

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sopra immagine di ieri – sotto immagine di oggi

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La rara foto è stata scattata il 9 maggio 1926, ai tempi del massimo splendore del Casermone di San Rocco. Documenta la visita di Umberto di Savoia che passa in rassegna le truppe del 9° Reggimento Bersaglieri, di stanza ad Asti dal 1883 fino al 1929, quando fu trasferito a Zara. Al centro della foto, il Principe Umberto, affiancato dal col. Bastico, dal gen. Pantano e da altri ufficiali. Il futuro re Umberto II arrivò ad Asti con un treno speciale, accolto dal sindaco Dellarissa e da tutte le autorità. Attraversando la città imbandierata ed assiepata di folla che gettava fiori al suo passaggio, il corteo di 14 auto alle 12,30 giunse in municipio dove si tennero i discorsi ufficiali di benvenuto. Poi, il trasferimento alla caserma Carlo Alberto dove alla mensa ufficiali si tenne il pranzo, prima di passare in rassegna i fanti piumati. Poco dopo, il Principe di Piemonte visitò il Michelerio, la vicina casa di Alfieri e quindi presenziò alle corse dei cavalli al Pilone, prima di ripartire dalla stazione. Nella caserma Carlo Alberto il 29° fanteria sostituì i bersaglieri e dopo la guerra iniziò il lungo degrado del Casermone. Dopo l’alluvione del ’48 accolse le numerose famiglie dei senza tetto, per essere poi occupato dai primi Anni ’60 dagli immigrati. Nel ’98 l’impresa austriaca Alpine iniziò i lavori di recupero del complesso. L’articolato e prestigioso progetto di Giovanni Bo, con la direzione lavori di Luciano Bosia, fu portato a termine in pochi anni e nel dicembre 2005 vi si trasferì il tribunale. La manica adiacente il tribunale e quella su via Scarampi saranno presto ristrutturate per l’ampliamento dell’Istituto Monti. Sullo sfondo della vecchia foto, a sinistra, l’ex “palestra Muti”. Al centro, i fabbricati e l’ingresso della caserma, demoliti recentemente, mentre dietro spunta la chiesa di S. Rocco.

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sopra immagine di ieri – sotto immagine di oggi

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Il convegno tenutosi qualche anno fa in occasione dei quarant’anni dell’Istituto Magistrale “Monti”, che ha sede nell’edificio di piazza Cagni (la parte nord del complesso del Casermone), offre lo spunto per pubblicare una bella e rara cartolina dello “spaccio cooperativo” del 9° Reggimento Bersaglieri. L’aula magna dell’ Istituto Monti si trova nel seminterrato di quell’edificio, corrispondente al piano del “cortile quadrato” del Casermone di via Scarampi, ed oggi occupa infatti gli stessi locali utilizzati dallo spaccio dei bersaglieri. Come si vede dalla vecchia immagine, lo spaccio aveva sede in un locale piuttosto elegante, ben curato, con decorazioni sulle arcate e sulle pareti. Dietro al bancone foderato di metallo, su cui poggiava un imponente istoriato registratore di cassa, uno scaffale con i migliori vini e liquori prodotti dalle ditte locali. Non solo bar con i tavoli per conversare e per giocare a carte, ma anche servizio di mensa, gestito dal 1918 al 1921 da Maddalena e Giuseppe Gavazza, che poco dopo impiantarono in corso Savona una delle primissime aziende di trasporti con i carri trainati da cavalli. Il complesso dell’ex caserma Carlo Alberto (la parte più a sud era l’antico convento di Sant’Anna con la chiesa progettata da Benedetto Alfieri, ricca di decorazioni e di stucchi settecenteschi, ora sede dell’Archivio di Stato), accolse i bersaglieri dal 1883 fino al 1929, quando furono trasferiti a Zara. I “fanti piumati” erano molto amati dalla popolazione e d’estate, quasi ogni sera, la fanfara del reggimento teneva concerto in piazza Alfieri, davanti al monumento, per poi rientrare di corsa, suonando, nella caserma di San Rocco.